Davide Mosconi, Coincidenze, 2015, galleria Il Ponte, Firenze_1
Davide Mosconi, Coincidenze, 2015, galleria Il Ponte, Firenze_2
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Davide Mosconi, Coincidenze, 2015, galleria Il Ponte, Firenze_8
DAVIDE MOSCONI Biografia
Coincidenze Giornale
a cura di INES MOSCONI, CARLA PELLEGRINI, ANDREA ALIBRANDI
17 gennaio – 13 marzo 2015

Musica a cura di EMANUELE CARCANO e GABRIELE BONOMO esecuzione a cura di GERARDO DE PASQUALE

La mostra dedicata a Davide Mosconi, musicista di formazione, fotografo pubblicitario e designer, ripercorre il suo lavoro fotografico fin dagli anni Sessanta. Isabelle Dufresne del 1965: l’occhio tra le natiche tra Surrealismo e Pop; l’Autoritratto in forma di pubblicità su “Il Corriere della Sera” del 1968: Mosconi fotografo, sorridente ed elegante, unisce al mestiere l’avanguardia; i light boxes, del 1968, di cui si presenta quasi l’intero ciclo: immagini in bianco nero con l’inserimento di diapositive a colori, montate su cassonetti  retro-illuminati.

Viene poi esposta In morte del padre, del 1984/85, imponente opera realizzata attraverso polaroid oversize (51×61 cm ciascuna) composta da cinque trittici basati sulla coincidenza fra l’immagine tratta da un libro, una foto altrui e il suo scatto. Con la stessa struttura compositiva sviluppa una serie di lavori sul corpo, qui sono esposti gli Ombelichi e i Corpi decorati della fine degli anni Ottanta. Si prosegue con la serie dei Drawing Air del 1995/96, dove oggetti lanciati in aria e fissati nello scatto fotografico, disegnano i cieli, giocando su quella casualità delle coincidenze che ritroviamo anche nelle Polveri, del 1998-99: luminescenze d’oro, d’argento e di pietre preziose fotografate in sospensione come un cielo stellato. L’ultima serie è quella degli Autoritratti bucati del 2000, realizzati non tanto nell’autoritrarsi, quanto nel sottrarsi, in cui immagine e mezzo fotografico vengono messi alla prova della distruzione.

Di questo artista complesso, poliedrico, che ha usato tanti media e mezzi espressivi, si presenta anche la Sezione aurea, concepita da Davide Mosconi nel 1971 e compiuta nel 2000 dopo un lungo processo di elaborazione (edita quest’anno a Doha da Alga Marghen, grazie a Emanuele Carcano e Gabriele Bonomo). Basata anch’essa sulle coincidenze, consta di sei dischi vinilici vergini, senza alcun suono registrato, sulla cui superficie sono state tracciate linee algebriche con punte di diverse misure. I dischi vanno suonati insieme su sei piatti diversi, ma da una simultaneità impossibile scaturisce l’irripetibilità del suono che determina  l’unicità di ogni ascolto.

In occasione della mostra viene presentato il libro di Elio Grazioli, Davide Mosconi: fotografia, musica e design, Edizioni Tip.Le.Co., Milano 2014