Giulio Turcato, Dipinti 1960-1980, galleria Il Ponte, Firenze, 2003
Giulio Turcato, Dipinti 1960-1980, galleria Il Ponte, Firenze, 2003
Giulio Turcato, Dipinti 1960-1980, galleria Il Ponte, Firenze, 2003
Giulio Turcato, Dipinti 1960-1980, galleria Il Ponte, Firenze, 2003
Giulio Turcato, Dipinti 1960-1980, galleria Il Ponte, Firenze, 2003
Giulio Turcato, Dipinti 1960-1980, galleria Il Ponte, Firenze, 2003
Giulio Turcato, Dipinti 1960-1980, galleria Il Ponte, Firenze, 2003
Giulio Turcato, Dipinti 1960-1980, galleria Il Ponte, Firenze, 2003
Giulio Turcato, Dipinti 1960-1980, galleria Il Ponte, Firenze, 2003
Giulio Turcato, Dipinti 1960-1980, galleria Il Ponte, Firenze, 2003
Giulio Turcato, Dipinti 1960-1980, galleria Il Ponte, Firenze, 2003
Giulio Turcato, Dipinti 1960-1980, galleria Il Ponte, Firenze, 2003
Giulio Turcato, Dipinti 1960-1980, galleria Il Ponte, Firenze, 2003
Giulio Turcato, Dipinti 1960-1980, galleria Il Ponte, Firenze, 2003
Giulio Turcato, Dipinti 1960-1980, galleria Il Ponte, Firenze, 2003
GIULIO TURCATO Biografia
Dipinti 1960-1980 Catalogo
a cura di ANDREA ALIBRANDI
12 aprile – 21 giugno 2003

La rassegna dedicata a Giulio Turcato si è composta di 25 dipinti che abbracciano gli anni ’60 e ’70.
Fra le opere esposte due importanti tele del 1961 appartenenti al nucleo denominato Tranquillanti, dalle pastiglie colorate di medicinali incollate su un fondo scuro pressoché monocromo, su cui questi elementi giocano a costruire quasi una costellazione. Si prosegue con un’opera fondamentale del 1962 dal titolo La pelle III, che si inserisce fra quelle nate, come testimoniato da Emilio Villa, dall’immagine suggestiva di un wagon-lit nella stazione di Charleroi, dai cui finestrini illuminati dalle abat-jours Turcato aveva intravisto il muoversi di alcune donne a braccia nude.
Del 1965 è la Composizione in blu n. 2, che si colloca fra le opere dedicate da Turcato ai Ricordi di New York e del 1966 è la più importante fra le Gommapiume presentate, il  Grande paesaggio lunare (144×122 cm), che rientra fra le primissime sperimentazioni dell’artista con questo materiale quale supporto alla sua invenzione pittorica. Ed é proprio con le Gommapiume che nello stesso anno partecipa, con una sala personale, alla XXXIII Biennale di Venezia. Ci si addentra quindi negli Itineari e negli Arcipelaghi della fine degli anni ‘60 e primi ’70, dove l’accadimento del gesto-colore nel dripping o le forme frastagliate dei collages di carte veline e carte carbone si dispiegano sul colore-luce delle superfici preparate a sabbia. La mostra si conclude con alcuni dei suoi Cangianti, dove l’apparente monocromia del colore, ottenuto attraverso materiali rifrangenti, si illumina dall’interno in un inatteso scintillio.
«…Turcato – nel corso di una carriera che si estende per un cinquantennio – costruisce un proprio libero linguaggio; il senso della decorazione, l’alto decoro concepito come eleganza dell’immagine, alimentano la naturale disposizione per il colore e per la luce che danno pregio alla materia».