Sonja Han, Enchanted Destiny, 2017, galleria Il Ponte, Firenze_1
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SOONJA HAN Biografia
Enchanted Destiny Catalogo
a cura di SOOJUNG HYUN
13 maggio – 7 luglio 2017

La galleria Il Ponte conclude la stagione espositiva (prima della chiusura estiva) con una personale dedicata alla coreana Soonja Han, artista globale conosciuta per i suoi vibranti dipinti astratti, sculture e installazioni, della quale vengono esposti dieci dipinti, sette sculture, otto disegni, un’animazione digitale.

Il cerchio è il centro visivo dell’opera di Han, ma il tema del suo lavoro è anche il contesto in cui esso viene visto, immaginato ed esperito come forma. Lo scarno segno/simbolo circolare è il contenuto dell’opera: un mondo interiore che lei vuole esprimere in un totale senso di libertà. L’artista rifiuta di legare la sua creatività a qualsiasi nozione ideologica e si mantiene fedele alla sua volontà di superare le sorgenti tradizionali orientali e occidentali che in lei si combinano per creare un suo proprio universo.

In questa mostra l’artista interpreta Firenze come un’immagine e uno spazio millenario, ma guardandola da una prospettiva diversa. Oltre a ritrarre trascurate narrazioni culturali nell’ambiente urbano, Han esplora i concetti correlati di forma, colore e luce attraverso i suoi dipinti circolari, installazioni e disegni. Le sue splendenti forme circolari si legano a specifiche idee astratte e alla fine proiettano la nostra percezione di Firenze in una nuova luce.

L’opera Firenze (2017), che apre la mostra, crea idealmente una connessione tra la luce che si riversa attraverso l’oculo del Pantheon e l’effetto della luce che si riverbera tra i cerchi multicolori di due forme semicircolari ondulate in alluminio specchiante, che, collocate sul pavimento all’ingresso, riflettono i rosoni circolari decorati del rinascimentale soffitto a cassettoni della galleria.

Per l’artista, lo spazio è concepito come una realtà fisica, ma nel processo di visualizzarlo come opera d’arte, diventa qualcosa che va oltre lo spazio fisico. Così Han combina o separa il suo lavoro e lo spazio in cui inserisce le sue opere in modi diversi.