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Silvia Pegoraro

    Giuseppe Spagnulo, Ferro spezzato (detail), galleria Il Ponte, Firenze
    Giuseppe Spagnulo, Stele, galleria Il Ponte, Firenze
    Giuseppe Spagnulo, Cerchio spezzato, galleria Il Ponte, Firenze
    Giuseppe Spagnulo, Baalbek, galleria Il Ponte, Firenze
    m.Giuseppe Spagnulo, Cantico at Il Ponte gallery, Florence
    GIUSEPPE SPAGNULO Mostra 2006
    Catalogo

    Giuseppe Spagnulo nasce a Grottaglie (Taranto) nel 1936, centro tra i più importanti in Italia per la lavorazione della ceramica, formandosi presso il laboratorio del padre nella coroplastica e nella lavorazione al tornio.
    Dal 1952 al 1958 è allievo di Angelo Biancini all’Istituto della Ceramica di Faenza, luogo nevralgico per lo studio di questa materia e per le relazioni internazionali che vi si sviluppano: il contatto con il ceramista francese Albert Diato, lo introduce alla lavorazione dei materiali ad “alta temperatura”; mentre l’amicizia di Carlo Zauli e soprattutto di Nanni Valentini accende in lui la passione per l’arte.
    Inoltre, la possibilità di frequentare il Museo delle Ceramiche arricchisce la sua formazione con la diretta visione dei lavori di Picasso, donati negli anni Cinquanta.
    Nel 1959 si iscrive all’Accademia di Brera a Milano, dove ha l’opportunità di lavorare come assistente nello studio di Fontana e in quello di Pomodoro. Conosce Tancredi, Manzoni e, attraverso Fontana, entra in contatto con le esperienze della ceramica informale di Albisola.
    Dopo essersi così dedicato alla coroplastica, l’artista si rivolge alla scultura in pietra e legno, che presenta, insieme a piccole opere in grés, nella sua prima personale del ’65 a Milano al Salone Annunciata, con cui stabilisce un forte sodalizio che lo porterà ad esporvi nuovamente nel 1968, ’71, ’72, ’75, ’76, ’77 frequentemente fino a tutti gli anni ‘70.
    Nel 1968 realizza i suoi primi lavori in metallo: i Grandi ferri. La scultura assume la connotazione di gesto sociale con intento polemico, a partire dalla creazione stessa che avviene nelle acciaierie, negli altiforni e nelle officine, dove Spagnulo lavora insieme agli operai. Lavori che inducono a portare l’attenzione sull’operato dell’artista scultore volto ad indagare la fisicità dei materiali per creare volumi che inondino lo spazio con una forte presenza. Di quegli anni l’esposizione alla XXXVI Biennale internazionale d’arte di Venezia del 1972 con le opere Il gioco, Ascesa diagonale, La grande bandiera e le mostre personali alla Galleria m di Bochum (Germania, 1974) e allo Studio Carlo Grossetti di Milano (1978).
    Durante gli anni Settanta, in cui espone in personali e collettive in Italia e all’estero, sia in spazi pubblici (Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino, 1977; Documenta 6, Kassel, 1977) che privati (Studio Marconi, Milano, 1976; Galleria Walter Storms, Monaco, 1977), il dualismo tra lavoro fisico-materiale e lavoro intellettuale si risolve in un fondamentale equilibrio, appartengono a questi anni le serie Cartoni, Archeologia e Paesaggi, presentati nella personale del 1977 al Newport Harbor Art Museum in California.
    Due anni dopo, come a ricercare il proprio passato, la propria origine culturale, compie un viaggio nel Mediterraneo, dalla Puglia alla Grecia. Nell’81 – invitato a Berlino alla Neue Nationalgalerie, Staatliche Museum – ripercorre tale viaggio attraverso le suggestioni della mitologia classica, realizzando grandi opere quali Antigone, Morta Natura, Le armi di Achille in cui agiscono materiali diversi: sabbia, legno, terracotta, ferro.
    Di nuovo a Milano, dal 1982 Spagnulo, da sempre affascinato dalla tecnica artigianale, si riappropria dell’originaria tradizione della lavorazione della ceramica e usando un enorme tornio realizza la grande Torre, che poi forgerà anche in acciaio. Questi sono gli anni in cui l’artista mostra molti dei suoi lavori in Italia e in Germania: alla galleria L’Isola di Roma, alla Galleria Civica di Modena e alla Kunsthalle di Dusseldorf (1984); alla galleria Hans Barlach di Colonia (1986); alla GAM di Bologna (1989).
    La fine del decennio vede l’artista ritornare all’utilizzo del ferro come unico materiale, nella fondamentale mostra alla galleria Martano di Torino (1989) dei Ferri spezzati. Negli anni Novanta, la sua scultura acquisisce un un nuovo senso, sospendendo grandi blocchi di ferro a sfidare la gravità del materiale.
    Espone nuovamente alla XLIV e XLVI Biennale internazionale d’arte di Venezia (1990 e 1995) e poi alla galleria Fioretto di Padova (1993) e a Palazzo Reale di Milano (1997).
    In seguito all’importante attività espositiva svolta in gallerie e musei nord-europei (1974, Galerie Hubert, Zurigo; 1981, Neue Nationalgalerie, Staatliche Museum, Berlino; 1985, Kunstverein, Amburgo;1996, Galerie Walter Storms, Monaco; 2004, Galerie Hoss Wollmann, Stuttgart), gli viene offerta la cattedra di scultura all’Accademia di Belle Arti di Stoccarda.
    Il suo lavoro ottiene il riconoscimento della critica col Premio Faenza alla carriera e il Premio al Concorso Internazionale d’arredo urbano di Milano e viene presentato alla galleria Otto di Bologna (2003) e alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia (2005).
    Il 2006 lo vede protagonista della scultura internazionale contemporanea: a Gubbio (XXIV Biennale di Scultura, Palazzo Pretorio), Tivoli (Sculture in Villa, Villa D’Este), Aglié (Scultura Internazionale, Castello Ducale), Todi (Giuseppe Spagnulo – Carte e sculture, galleria Extra Moenia), Firenze (Cantico, galleria Il Ponte) e Isola Del Gran Sasso (XII Biennale d’Arte Sacra Contemporanea, Museo Stauros d’Arte Sacra Contemporanea). Nel 2007 vince il concorso per il Monumento ai Caduti di Nassiriya con una grande scultura chiamata La Foresta d’Acciaio, collocata (2008) nel Parco Schuster a Roma. Il decennio continua con una serie di mostre ed eventi a lui dedicati in spazi pubblici e privati: Galleria Antonella Cattani, Bolzano; Galleria Progetto Elm, Milano, 2008; installazione della Porta della Luce (monumento sepolcrale dei Vescovi di Prato) nel Duomo di Prato, 2009; Galerie Carzaniga, Basilea; Castello Episcopio, Giardino “Giacomo d’Atri”, Grottaglie (Taranto), 2010; Galleria dello Scudo, Verona, gli organizza una grande mostra di sculture in ceramica nel 2014.
    Spagnulo muore a Milano nel 2016.

     

    Gennaio 9, 2018 0 comment
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