Artan Shalsi, Un orizzonte, 2012, galleria Il Ponte, Firenze_1
Artan Shalsi, Un orizzonte, 2012, galleria Il Ponte, Firenze_2
Artan Shalsi, Un orizzonte, 2012, galleria Il Ponte, Firenze_3
Artan Shalsi, Un orizzonte, 2012, galleria Il Ponte, Firenze_4
Artan Shalsi, Un orizzonte, 2012, galleria Il Ponte, Firenze_5
ARTAN SHALSI close up Catalogo
Un orizzonte
a cura di Elena Forin
20 ottobre – 28 dicembre 2012

In collaborazione con la Galleria d’arte Niccoli e nell’ambito del progetto close up dedicato ai giovani artisti, Artan (Shalsi) ha progettato un’opera che occupa il fondale dello spazio lounge della galleria Il Ponte per cui è appositamente realizzata e di cui reinterpreta la struttura, la natura, la relazione con la luce e con lo spettatore.

«Un orizzonte rappresenta – secondo il curatore – l’esempio più completo delle direzioni interne alla ricerca dell’artista e della potenza – in termini di impatto ambientale e percettivo – che connota il suo lavoro. Questo progetto coniuga tutti gli elementi cruciali nella ricerca di Artan. La possibilità di uno sguardo che si estende fino ai limiti della visione, lo spazio completamente riscritto dall’opera, la presenza di un equilibrio a tratti – come in questo caso – stabile, in altri totalmente fragile e precario che si unisce a una particolare modalità di visione e a una analisi specifica dei materiali».
L’opera, una vera e propria installazione ambientale, è per l’artista l’espressione di una volontà chiara: «questo lavoro – dice Artan – non rappresenta l’orizzonte in sé… è un orizzonte, uno solo di infiniti orizzonti possibili. Non voglio simboleggiare l’orizzonte, ma racchiudere un orizzonte in una stanza».
Realizzata in un particolare materiale plastico, quest’opera presenta un trattamento della superficie sporcato da graffi e aperto al depositarsi di segni e tracce, che rappresentano un’indicazione importante anche per l’apertura dell’opera nei confronti del tempo. In questa prospettiva infatti, le due grandi curve che si incontrano sulla parete della sala, offrono la possibilità di un punto di vista inaspettatamente ravvicinato: lo spettatore, al cospetto di quest’opera, sarà infatti di fronte a un orizzonte letteralmente tangibile, la cui imponenza, il cui valore monumentale e la cui immagine rimandano al senso di una dimensione spazio-temporale misteriosa, evocativa, sorprendente e inafferrabile.