Costas Tsoclis, Una retrospettiva 1956-2022, galleria Il Ponte, ©photoElaBialkowska_01
Costas Tsoclis, Una retrospettiva 1956-2022, galleria Il Ponte, ©photoElaBialkowska_02
Costas Tsoclis, Una retrospettiva 1956-2022, galleria Il Ponte, ©photoElaBialkowska_04
Costas Tsoclis, Una retrospettiva 1956-2022, galleria Il Ponte, ©photoElaBialkowska_05
Costas Tsoclis, Una retrospettiva 1956-2022, galleria Il Ponte, ©photoElaBialkowska_06
Costas Tsoclis, Una retrospettiva 1956-2022, galleria Il Ponte, ©photoElaBialkowska_07
Costas Tsoclis, Una retrospettiva 1956-2022, galleria Il Ponte, ©photoElaBialkowska_09
Costas Tsoclis, Una retrospettiva 1956-2022, galleria Il Ponte, ph. ElaBialkowska_09bis
Costas Tsoclis, Una retrospettiva 1956-2022, galleria Il Ponte, ©photoElaBialkowska_10
Costas Tsoclis, Una retrospettiva 1956-2022, galleria Il Ponte, ©photoElaBialkowska_11
COSTAS TSOCLIS Biografia
una retrospettiva 1956 – 2022
a cura di Bruno Corà
17 maggio – 26 luglio 2024

La possibilità di rilettura del percorso storico e artistico di Costas Tsoclis, artista ateniese nato nel 1930, si sviluppa così attraverso due appuntamenti.
La presentazione del suo catalogo ragionato, curato da Chrysanthi Koutsouraki, giovedì 16 h 18:00, alla Fattoria di Celle – Collezione Gori (Santomato – Pistoia), attraverso una conversazione fra l’artista e Bruno Corà e il giorno successivo, venerdì 17 maggio h 18:30, con l’inaugurazione alla galleria Il Ponte di una sua retrospettiva con opere dal 1956 al 2022, curata da Bruno Corà.

La retrospettiva, dedicata a Costas Tsoclis – cui la galleria aveva già dedicato nel 2019 un closeup sui suoi lavori più recenti – presenta sinteticamente a partire dal 1956, alcune pietre miliari del suo lavoro. Artista sostanzialmente legato al fare pittorico, ma spirito inquieto, ricercatore, innovativo, da sempre ricorre ad un ampio registro di mezzi espressivi, che lo portano a soluzioni e modalità inattese. Attraverso strutture ed elementi plastici che si intersecano e debordano dai bidimensionali e dai tradizionali margini squadrati della tela, ricrea delle vere e proprie dimensioni altre. In gran parte attraverso l‘inganno di una sapiente maestria pittorica e in altri casi utilizzando sul dipinto elementi fisici e/o delle video proiezioni, per restituirci la magia dell’illusione visiva.

“Ad eccezione del breve periodo durante il quale si è occupato di arte informale, la sua opera mira alla messinscena e alla rappresentazione della realtà che ci circonda e alla riproduzione delle immagini. Con questo strumento delle immagini indaga intorno al mito, alla natura, ma anche alla metafisica, alle passioni umane, ricorrendo non di rado all’ironia. Grande è la sua forza raffiguratrice…, ma altrettanto notevole è la sua maestria nell’utilizzare i mezzi dell’installazione…
Tsoclis non è mai pittore e scultore nel vero senso del termine, dal momento che i suoi dipinti possono risultare sculture e, viceversa, la sua scultura pittura. La fisionomia basilare dell’opera di Tsoclis sta nella contraddizione che riesce a far emergere tra verità e finzione, tra interrogativo e risposta, tra fede ed eresia, tra stabilità e mutazione, tra certezza e dubbio. L’ambiguità è una costante della sua opera. La realtà e l’apparenza che si iscrivono nel vivo della sua opera, soprattutto negli oggetti tridimensionali e nei trompe-l’oeil, sono testimonianza che l’utilizzo dell’oggetto ha a che fare non con una realtà verificata, ma con tutta una problematica intorno alla sua manifestazione…Il mito, privato e collettivo, la vita, le immagini che si rivelano solo in un secondo tempo nel loro significato, insomma, le cose che mi hanno ferito, come lui stesso afferma, costituiscono la materia prima dell’opera di Tsoclis. Un grande artista europeo, che, non dimenticando le sue radici e il richiamo dell’archetipo, rivendica a buon diritto il suo titolo di autentico poeta”. (Katerina Koskinà, 2000)