Michel Parmentier, décembre 1967_R03, galleria Il Ponte, Firenze
Michel Parmentier, 28 septembre 1984, galleria Il Ponte, Firenze
Michel Parmentier, 14 décembre 1989, galleria Il Ponte, Firenze
Michel Parmentier, 23 avril 1991, galleria Il Ponte, Firenze

 

MICHEL PARMENTIER Mostra 2022

Michel Parmentier nasce nel 1938 a Parigi. Figura di spicco del “radicalismo” nella pittura francese, studia all’Ecole des Métiers d’Art, dove incontra Daniel Buren con il quale nel 1966 fonda il gruppo avanguardistico Buren-Mosset-Parmentier-Toroni (maggiormente conosciuto con l’acronimo BMPT). L’esordio in grande stile di Parmentier avviene nel 1962 con la sua partecipazione al Salone della Giovane Pittura di Parigi, dove riscuote i pareri entusiastici di gran parte della critica. Vincitore del Prix Lefranc nel 1963, partecipa a numerose esposizioni collettive.
L’artista si fa conoscere negli anni Sessanta per i quadri con bande orizzontali e per il suo rifiuto di essere chiamato ‘’pittore’’. Realizza happening provocatori e opere minimaliste con l’intenzione chiara e netta di proclamare la negazione della pittura. Dal dicembre 1965 le opere di Parmentier consistono in grandi tele coperte da strisce orizzontali di un solo colore, alte 38 cm, che si alternano a identiche strisce bianche. Questi lavori vengono realizzati mediante il pliage – piegatura, tecnica inventata nel 1960 da Simon Hantaï (la tela viene piegata e accartocciata, poi cosparsa con il colore e spiegata, lasciando apparenti sezioni vuote della tela interrotta da macchie vibranti di colore) – che costituirà da questo periodo l’unico metodo di lavoro dell’artista. Parmentier si dedica a questi dipinti per tre anni, modificando il colore delle strisce ogni anno: blu nel 1966, grigio nel 1967, rosso nel 1968. Proprio nel 1968 smette di ‘’dipingere”, giustificando teoricamente tale scelta. Dopo un’interruzione di quindici anni (1968-1983), nel 1983 riprende la sua opera esattamente dove l’aveva lasciata, iniziando il “ciclo dei neri”. Negli anni successivi comincia ad utilizzare supporti diversi tra cui la carta, la carta lucida e il poliestere trasparente.
Tutto il lavoro di Parmentier è segnato dal radicalismo e dal rifiuto di scendere a compromessi formali e ideologici. Le sue tele non si nutrono di discorsi e interpretazioni, la sua pittura è pittura e basta: non c’è soggettività né espressività. Ci sono solo le sue strisce, neutre e ripetitive. Artista iconoclasta, Parmentier, con i suoi compagni, aveva proclamato: ”Noi non siamo dei pittori”, scatenando un vasto dibattito in Francia e in Europa sul futuro dell’astrattismo. Muore a Parigi nel 2000.

Le opere dell’artista sono presenti nelle collezioni di: MOMA (New York), Carré d’art (Nîmes), Centre national des arts plastiques (Parigi), Centre Pompidou (Parigi), Fonds régional d’art contemporain Bourgogne (Digione), Fonds régional d’art contemporain Bretagne (Rennes), LaM (Lilla), Musée d’art moderne, d’art contemporain et d’art brut (Villeneuve-d’Asq), Musée d’art moderne Saint-Etienne Métropole, Musée de Grenoble, Musée des beaux-arts de Nantes. é presente in prestigiose collezioni private tra cui la collezione Pinault.

La Galerie Jean Fournier di Parigi (2011) e la Galerie Loevenbruck a Parigi (2014) dedicano due importanti mostre personali a Michel Parmentier, e sempre nel 2014 Michel Parmentier, Décembre 1965 – 20 Novembre 1999, une rétrospective, a cura di Guy Massaux è organizzata nella Villa Tamaris, Centre d’Art a La Seyne-sur-Mer. Alcune tele dell’artista vengono esposte a Venezia a Punta della Dogana, in occasione della mostra Accrochage (2016). Nel 2018 viene presentata al Eli and Edythe Broad Art Museum presso la Michigan State University la prima retrospettiva dell’artista negli Stati Uniti.

Le gallerie Il Ponte (Firenze, 2022) ed Eduardo Secci (Milano, 2023) presentano la prima retrospettiva italiana Michel Parmentier. Opere e documenti, a cura di Guy Massaux.