Zoé Gruni, Boto rosa, galleria Il Ponte, Firenze_sl 1
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LA TORRE DI BABELE Biografia
Zoè Gruni – Boto Rosa Cataloghi
a cura di PIETRO GAGLIANO’
13 ottobre – 6 novembre 2016

Le gallerie toscane aderenti all’Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea (ANGAMC) partecipano agli eventi che accompagnano la riapertura del Museo Pecci di Prato con la mostra La Torre di Babele, a cura di Pietro Gaglianò, presso l’ex fabbrica Lucchesi, Piazza Macelli, Prato. Ognuna delle ventitré Gallerie coinvolte espone il lavoro di un singolo artista che ne rappresenta, sia pure in modo parziale, la storia e la vocazione.
La galleria Il Ponte presenta Boto rosa di Zoè Gruni.
Gruni parte dall’osservazione della memoria culturale collettiva e condensa nelle sue opere una rielaborazione simbolica di patrimoni sociali e antropologici come le tradizioni popolari e le leggende metropolitane. L’artista costruisce così un archivio di mitologie corali che oppone alla “società dello spettacolo” e alla produzione di massa di miti e immagini. Boto Rosa è l’interpretazione contemporanea di una leggenda indigena brasiliana. In questo progetto l’artista riprende temi ricorrenti nella sua ricerca: il recupero di forme ibride e ambigue, l’uso di materiali quotidiani e legati al contesto territoriale. La connessione tra la dimensione locale di queste mitologie e la loro universalità rivela la loro frontalità e la loro forza nei confronti dei sistemi di potere.  Emerge così quanto tali storie servano a esorcizzare le paure globali e a conferire loro un confine.
Oggi Boto Rosa connette anche i due continenti, e mentre la sua testa emerge a Prato la coda affiorerà dalle acque di una fontana nel giardino del Museu da Republica, a Rio de Janeiro, nell’ambito del progetto Intervenções Bradesco.