Davide Mosconi, Isabelle Dufresne, 1965, galleria Il Ponte, Firenze
Davide Mosconi, Il sogno di Davide (corpo di donna - nuvole), 1968, light box, galleria Il Ponte, Firenze
Davide Mosconi, Il sogno di Davide (finestra con M. Vitali), 1968, light box, galleria Il Ponte, Firenze
Davide Mosconi, Il sogno di Davide (portone Corso Sempione), 1968, light boxes, galleria Il Ponte, Firenze
Davide Mosconi, Sezione aurea (particolare) 1971:2000, galleria Il Ponte, Firenze
Davide Mosconi, In Morte del Padre (detail), 1984, galleria Il Ponte_1
Davide Mosconi, In Morte del Padre (detail), 1984, galleria Il Ponte_2
Davide Mosconi, Trittico " dell’Ombelico", 1990:91, galleria Il Ponte, Firenze
Davide Mosconi, Polveri, 1998:99, galleria Il Ponte, Firenze
Davide Mosconi, Autoritratto bucato, 2000, galleria Il Ponte, Firenze
DAVIDE MOSCONI Mostra 2015
Giornale

Davide Mosconi nasce a Milano nel 1941. Iscritto al Conservatorio G. Verdi di Milano dove studia pianoforte e composizione, si diploma nel 1960. L’anno seguente si trasferisce per due anni a Londra dove studia fotografia al London College of Printing. Frequenta l’ambiente musicale d’avanguardia. La musica che esegue é già “contemporanea”. Jazzista noto fin dagli anni sessanta, passa alla musica sperimentale, performativa, ambientale. Nel ’63 torna a Milano, ma l’anno seguente si trasferisce per tre anni a New York, dove lavora come assistente di Richard Avedon e di Hiro.
Dal punto di vista artistico, i suoi esordi si annoverano nell’ambito dell’antidesign, collabora infatti con Ugo La Pietra e il gruppo Global Tools (che fonderà nel ’74): vicino alla sperimentazione radicale del contesto Fluxus di Milano Poesia, ma compagno di strada dell’ironico e giocoso Bruno Munari.
A Milano, nel 1967, tiene la sua prima personale alla Galleria Il Diaframma, Il sogno di Davide. Nel 1968 forma il “Quartetto” con Gustavo Bonora, Marco Cristofolini ed Enzo Gardenghi, con i quali organizza una serie continua di concerti dal vivo, eventi privati e registrazioni in studio. Nel ’69 fonda lo studio fotografico e grafico “Studio X”, presso il quale realizzerà negli anni a seguire campagne pubblicitarie, servizi di moda e di costume. Nel 1970 progetta e realizza il libro fotografico Design Italia ’70. Nel 1972 partecipa alla mostra Italy: The New Domestic Landscape al MoMA di New York con il cortometraggio Something to belive in; due anni dopo è tra gli artisti di Fotomedia, mostra itinerante tra Dortmund e Milano, curata da Daniela Palazzoli. Continua la ricerca musicale attraverso la performance, la collaborazione con altri musicisti, l’improvvisazione e l’invenzione di strumenti inediti. Nei primi anni Ottanta comincia a lavorare su invito della Polaroid con la nuova macchina oversize 51×61 cm. Nel 1984 presenta In morte del padre la serie dei cinque “trittici”, per cui riceve il premio Polaroid; nel 1997 gli viene conferito il primo premio per la fotografia d’arte dal prestigioso International Center of Photography di Londra. In questi anni si concentra su procedimenti artistici affidati al caso e all’istante, lavorando sui concetti di “contemporaneità” e “casualità”: i due lavori più importanti che ne scaturiscono sono le serie fotografiche Disegnare l’aria e Polveri. Muore nel 2002.
I suoi lavori sono stati esposti in gallerie e prestigiose istituzioni internazionali, tra cui la National Gallery a Bruxelles, l’ I.C.A. a Londra, la Guggenheim Foundation a Venezia, la Biennale di Venezia (1991, 1993, 2001, 2003), la Rayburn Foundation a New York, e la Galleria Milano (Milan, 1998, 1999, 2014) di Carla Pellegrini, che a partire dal 2006 ha ospitato una serie di concerti per ricostruire le esecuzioni dei pezzi contenuti nel libro d’artista di Davide pubblicato da Do-Soul nel 1989, LASTORIADELLAMUSICADIDAVIDEMOSCONI (THESTORYOFDAVIDMOSCONI’SMUSIC). E’ stata appena pubblicata una biografia dell’artista scritta da Elio Grazioli, Davide Mosconi: fotografia, musica e design, Edizioni Tip.Le.Co., Milano 2014.